Rendere il disturbo emotivo più comprensibile, avvicinare la psichiatria e la psicologia a tutti noi, abbattere tabù legati al disagio emotivo sono alcune delle finalità del Centro MOOD nell’organizzare eventi rivolti alla popolazione.
Tra le attività più recenti, un ciclo di incontri interattivi tenuti da psichiatri, psicologi e psicoterapeuti, in collaborazione con il Comune di Bologna – Quartiere Santo Stefano, per parlare di alcune problematiche molto diffuse nella popolazione.
Il primo incontro dal titolo “Le difficoltà e i disturbi dell’apprendimento nell’età evolutiva: una sfida possibile”, tenuto il 10 febbraio 2016, ha visto come relatori gli psicologi e psicoterapeuti: Filomena Latronico, Thomas Marcacci e Veronica Gandolfi. In agenda anche “Memoria e funzioni cognitive: come ri-abilitare la nostra mente”- 2 marzo 2016 e “Disturbi emotivi. Ansia, attacchi di panico, depressione: quali rimedi?” – 6 aprile 2016.
L’incontro di febbraio è stata l’occasione per approfondire un tema delicato e di non facile lettura in quanto coinvolge la sfera emotiva del bambino e della sua famiglia. Sono stati analizzati difficoltà di apprendimento e disturbi specifici dell’apprendimento (DSA- dislessia, disgrafia, disortografia e discalculia), chiarendo le peculiarità di questi ultimi, le ragioni psicologiche e neuropsicologiche, l’importanza di una corretta valutazione basata sull’analisi globale delle molteplici aree, il vissuto, il contesto familiare e relazionale. La corretta valutazione consente di definire l’intervento più funzionale, e l’intervento più funzionale è anche quello che riesce a fare rete: scuola, famiglia e psicologi, tutti insieme per offrire la risposta migliore.
Sono stati discussi gli strumenti più adatti in base alle ragioni del disturbo, l’interazione con il bambino che vive queste difficoltà, come aiutarlo a valorizzare le sue potenzialità, come trovare le strategie più efficaci per aumentare l’autostima, ampliare le competenze e raggiungere i propri obiettivi. Tutto questo tenendo sempre presente che: “L’intervento più efficace deve insegnare ‘cosa una persona deve sapere’ e ‘cosa deve saper fare’, ma soprattutto ‘cosa deve essere’.