La diminuzione della memoria e delle capacità cognitive, provocata dall’avanzare dell’età, da patologie e traumi, può essere prevenuta o contrastata grazie ad interventi di riabilitazione neuropsicologica.
Il nostro Sistema Nervoso Centrale è in grado di andare incontro a modificazioni strutturali e funzionali (plasticità neuronale e sinaptica) in risposta a eventi fisiologici, stimoli ambientali ed eventi patologici. Possediamo un cervello “plastico”, con capacità riparative e rigenerative e, così come un muscolo, se non viene utilizzato si indebolisce. Attraverso una corretta stimolazione possiamo addirittura creare delle nuove connessioni neurali (neurogenesi) contribuendo a prolungare la nostra giovinezza mentale. Molti studi hanno avvalorato l’idea di una plasticità cerebrale anche in età avanzata.
Negli ultimi anni, la neuropsicologia ha sviluppato molteplici percorsi e strumenti riabilitativi con l’obiettivo di potenziare la mente, le funzioni cognitive e rallentare il normale processo di invecchiamento cerebrale.
Quando si parla di funzioni cognitive si fa riferimento a tutte quelle abilità, organizzate a livello dell’encefalo, che regolano il rapporto con l’ambiente esterno e ci permettono di interagire e relazionarci con esso (attenzione, memoria, linguaggio, abilità prassiche, abilità visuo-spaziali, funzioni esecutive). Sono proprio queste abilità cognitive l’oggetto di ogni intervento riabilitativo.
La valutazione neuropsicologica
Prima di poter definire l’intervento riabilitativo più adatto è fondamentale effettuare un’attenta valutazione della persona interessata. Ognuno di noi invecchia in modo diverso, possiede abilità cognitive peculiari, reagisce a un trauma in modo differente. La valutazione neuropsicologica, che va dal colloquio conoscitivo all’analisi dello stato cognitivo, permetterà di progettare strategie riabilitative e di intervento altamente strutturate, individualizzate e specifiche.
L’attività valutativa e riabilitativa è rivolta a tutti i soggetti con un sospetto di disfunzione cognitiva, sia essa colta a livello soggettivo (dalla persona stessa o dal familiare), sia correlata a lesioni e/o deterioramento cerebrale (in seguito, per esempio, a ictus, traumi cranici, ma anche a fisiologico deterioramento cognitivo connesso all’età). Anche altri disturbi possono creare difficoltà in ambito neuropsicologico che possono riguardare il linguaggio, la memoria, l’attenzione, le funzioni esecutive, il ragionamento, le capacità visuospaziali, le azioni, la percezione, le emozioni e il comportamento.
L’intervento riabilitativo
La riabilitazione neuropsicologica può essere utilizzata in ogni fascia di età ed ha il duplice obiettivo di favorire il recupero delle abilità cognitive danneggiate per compensare i deficit e migliorare le capacità di adattamento del paziente (riabilitazione cognitiva) e di rinforzare le capacità cognitive residue, compensando altresì quelle meno attive (stimolazione cognitiva).
A questo si unisce sempre un supporto psicologico ai pazienti ed ai relativi familiari. L’effetto secondario di questi interventi è un miglioramento significativo dell’umore, dell’autostima e della motivazione individuale.
È possibile ottenere dei buoni risultati se gli interventi di riabilitazione neuropsicologica vengono svolti in modo costante e protratto nel tempo.
Affinché i processi di riorganizzazione cerebrale abbiano luogo, l’ambiente deve fornire una specifica stimolazione volta a compensare i deficit ed è proprio questo ciò che si propone di fare la riabilitazione neuropsicologica: creare una stimolazione ambientale efficace.
Oltre agli interventi di riabilitazione neuropsicologica, cosa possiamo fare per aiutare la nostra mente nel corso del tempo?
• Buon cibo
Nutrire il nostro cervello con cose buone: attività fisica, vita sociale e intellettuale stimolante, alimentazione sana.
• Educazione permanente
Continuare a leggere e applicarsi allena la mente: si comincia ad invecchiare quando si smette di imparare.
• Adattamento continuo
La capacità di riorganizzare la nostra vita, di ricostruire un equilibrio quando arriva un cambiamento, fisico o emotivo è fondamentale per invecchiare bene, altrimenti si rischia di rimanere legati a traumi irrisolti.
Redazione MOOD