Da ormai 15 anni il Centro Mood opera nei territori di Bologna e di Rimini, offrendo un servizio di studio e di formazione, oltre che di consulenza, diagnosi e cura dei disturbi emotivi e del disagio psicologico.
L’approccio del Centro si basa su una valutazione approfondita che tenga conto di tutte le variabili bio-psico-sociali in causa e su una risposta terapeutica personalizzata e ‘informata’: il Metodo MOOD.
L’attività clinica viene svolta da un’équipe di psichiatri, psicologi e psicoterapeuti che raccoglie e integra al suo interno molte competenze e opportunità terapeutiche.
In un momento così particolare la nostra attenzione e le nostre riflessioni, sono spesso rivolte a quelle che possono essere le principali problematiche che le persone possono incontrare sul piano psicologico e relazionale a causa del lockdown e degli effetti della pandemia.
Attualmente le limitazioni alla libertà individuale e la mancanza dei contenitori sociali abituali -scuola, lavoro, luoghi di socialità e d’incontro- insieme al contatto prolungato forzato con l’ambiente domestico, possono essere fonte di stress e conflitti o acuire dinamiche relazionali già di per sé problematiche. In molti casi i ruoli sociali che si è abituati ricoprire e a interpretare in un certo modo, chiedono di essere ridefiniti, in virtù di nuovi compiti legati alla contingenza: i genitori sono molto più coinvolti nell’apprendimento dei figli piccoli e nel cercare di sopperire alla carenza di contatti sociali e di spazi di gioco; i figli adolescenti, privati delle consuete aree di esplorazione devono trovarne di nuove e al contempo devono confrontarsi con una limitazione della libertà che non è più quella delle regole genitoriali (arrivare a una certa ora o non frequentare certe zone…), ma che è dovuta a una norma sovraordinata, quella di proteggere e di proteggerci dal contagio, di fronte alla quale è difficile trovare spazio per le fisiologiche trasgressioni di questa fase evolutiva. Gli anziani, spesso legati ai propri circoli e impegnati nella cura dei nipoti, ora si trovano forzatamente separati dagli affetti, ma anche da spazi e relazioni nei quali erano soliti trovare scopi e compiti ben precisi. Questi sono solo alcuni dei cambiamenti ai quali può non essere così semplice adattarsi, proprio perché non riguardano solo le abitudini, ma in qualche modo anche la definizione di sé e del proprio ruolo, all’interno del sistema familiare e sociale di cui si è parte.
Di fronte a ciò che sta accadendo non è raro sperimentare vissuti di preoccupazione per la propria salute e per quella dei propri cari o sintomi di varia natura, ricollegabili a stati ansiosi: insonnia, sintomi somatici (tachicardia, disturbi gastro-intestinali…), tendenza al controllo…L’incertezza del futuro può contribuire a sviluppare un senso di sfiducia da cui possono derivare veri e propri stati depressivi, connotati da astenia, scarso interesse per il mondo esterno e le relazioni, disinvestimento dagli abituali campi di interesse. Queste problematiche, non così rare nelle persone comuni, assumono una rilevanza ancora maggiore per coloro che contraggono il Covid-19 o che si trovano accanto ad una persona care che sta combattendo contro il virus, quando non repentinamente separati da un parente che venga ricoverato. Il contatto con la malattia può veicolare profonde angosce e sofferenze, così come il distacco improvviso da una persona cara, difficoltà che possono aggravarsi nei casi in cui si debba affrontare un lutto, la cui elaborazione viene complicata dall’impossibilità di accedere ai riti funebri.
Impossibile non pensare anche a medici e infermieri che a questa emergenza hanno risposto mettendosi in prima linea, stravolgendo la propria vita professionale e personale, correndo importanti rischi per la propria salute e per quella dei propri cari e trovandosi a lavorare in condizioni difficilissime sul piano concreto e molto intense di vista emotivo, esponendosi ad alti livelli di stress e frustrazione, assistendo a gravi sofferenze, dovendo combattere con i tempi e le necessità dettate dall’urgenza.
Condividiamo parte delle nostre riflessioni perché crediamo che in un momento come questo sia importante continuare a confrontarsi e contrastare il senso di isolamento a cui la situazione ci espone, come clinici ci sentiamo di ribadire il nostro impegno e la nostra apertura verso coloro che sentano di aver bisogno di un aiuto in una circostanza così particolare.
Per questa ragione mettiamo a disposizione un servizio di consulenza psicologica e psichiatrica gratuita, che verrà effettuata in videochiamata, nel rispetto delle norme vigenti.
Il nostro intento è quello di offrire un primo spazio d’ascolto nel quale far sentire la persona accolta, restituendole un quadro più chiaro di quelli che possono essere i suoi bisogni in questo momento.